Radiofrequenza e Elettroporazione

 

Radiofrequenza

E’ una metodica non invasiva che contrasta efficacemente i segni dell’invecchiamento cutaneo e consente di ottenere un duraturo miglioramento della pelle del corpo e del viso.

  • Il trattamento è indolore
  • Ha una durata che varia dai 30 ai 40 minuti durante i quali si avverte una piacevole percezione del calore
  • Il rimodellamento e la tonicità dei tessuti saranno visibili fin dalla prima seduta
  • I risultati persisteranno nel tempo, anche quando saranno terminati i trattamenti

Si usa un campo elettromagnetico variabile che, all’interno dei tessuti, crea movimenti browniani di ioni e molecole che, urtando fra loro, creano un calore endogeno.

L’onda elettromagnetica agisce sulla matrice extra ed intracellulare e sui recettori di membrana collocati all’ esterno della cellula

Questo provoca la formazione di citochine, fattori di crescita, neurotrasmettitori, neuropeptidi ed altre sostanze biologiche sulla base dei bisogni dell’organismo momento per momento.

L’energia trasmessa dallo strumento genera, nei tessuti, la formazione di fotoni in grado di trasportare quelle informazioni necessarie per la scomparsa dell’inestetismo.

Si ha, inoltre, il recupero della risonanza fra informazione e glicocalice, alterata in caso di patologia o inestetismo.

Vengono stimolati i fibroblasti che produrranno elastina, collagene ed acido jaluronico

Effetto termico della radiofrequenza

Il calore prodotto esercita anch’ esso alcuni effetti biologici:

  • Vasodilatazione ed incremento della velocità di circolo
  • Migliore ossigenazione tissutale
  • Effetto drenante e antiedema
  • Migliora l’attività respiratoria cellulare ( ciclo di Krebbs )
  • Migliora l’attività enzimatica
  • Azione miorilassante e decontratturante

La radiofrequenza agisce stimolando  i fattori di crescita dei fibroblasti ( FGF ). Tuttavia, questi ultimi raggiungono il loro massimo sviluppo fra i 25 ed i 35 anni. Oltre questo tempo si ha la loro diminuzione sia in numero che in attività produttiva di elastina, collagene ed acido jaluronico.

La radiofrequenza sfrutta un effetto termolitico di alcune onde elettromagnetiche, generate da appositi apparecchi elettromedicali. L’effetto sui tessuti dipende dal grado di impedenza dei tessuti stessi e consiste in un aumento di temperatura locale che, a vari gradi e intensità, ottiene lo scopo terapeutico di migliorare il microcircolo, ridurre il pannicolo fibroadiposo, ma soprattutto di determinare un rimodellamento delle fibre connettivali dell’impalcatura sottocutanea del tessuto da trattare.

radiofrequenza

Si esegue applicando un manipolo ( monopolare per primo) sul piano cutaneo e facendolo muovere su di esso con l’interposizione di una crema conduttiva.  Non prevede uso di aghi o di farmaci da iniettare.

Il piano superficiale cutaneo, povero di acqua, raggiunge temperature intorno ai 40 gradi, mentre il derma e il tessuto fibroadiposo sottostante raggiungono temperature adeguate allo scopo terapeutico(intorno ai 50-60 gradi). Nel viso la profondità di azione si limita al derma profondo (pochi millimetri), mentre nelle altre sedi, dove c’è necessità di agire più in profondità, si arriva fino a 2 cm.

La temperatura 50-60 gradi determina la denuturazione del collagene di tipo 1 e la sua neoproduzione da parte dei fibroblasti per liberazione del TNF alfa.

La radiofrequenza trova applicazioni nel rimodellamento dei tessuti sottocutanei e per questo è stata introdotta nella cura delle rughe del viso (foto e crono invecchiamento), dove determina una denaturazione delle fibre connettivali di sostegno sottocutaneo, le quali, rinnovandosi, creano un tessuto nuovo, più elastico e più recettivo agli scambi trofici del microcircolo. Per questo, dalle prime applicazioni sul viso, si è recentemente passati anche al suo uso nella pannicolopatia da stasi (cellulite) degli arti inferiori, dell’addome e delle braccia. Con la radiofrequenza si ottiene un rimodellamento dei tessuti alterati dalla patologia del microcircolo, in particolare sulle retrazioni cicatriziali (cute a materasso, fibrosi), sulla lassità cutanea e sulla consistenza dei tessuti.

E’ possibile usare alcune tecniche minimamente invasive o non invasive quali:

RADIOFREQUENZA FRAZIONATA

RADIOFFREQUENZA INTRADERMICA

RADIOSKIN

 

Radiofrequenza frazionata

E’ una metodica con  la quale si praticano sulla cute alcuni microfori tramite un elettrodo contenente 4 aghi che, comunque, non devono bucare ma devono essere solo applicati sulla parte interessata.

Si ha una stimolazione più diretta dei fibroblasti che sono indotti a produrre elastina, collagene di tipo 1 ed acido jaluronico.

Si ha un certo effetto lifting ed una minima desquamazione cutanea che simula un effetto peeling.

Questa metodica può essere usata sia in modalità monopolare che bipolare ed è indicata soprattutto per le rughe sottili del volto e del collo e per l’ acne in fase acuta.

Durante il trattamento non si usa alcuna crema conduttiva e si pone l’elettrodo direttamente nel fondo della ruga.

Manipolo per la RF Frazionata:

Manipolo per la RF Frazionata

Controindicazioni:

Sebbene moderate esistono controindicazioni: gravidanza, allattamento, pacemaker, lesioni settiche e tumori nella zona del trattamento, ferite ed ulcere, che vanno trattate intorno alla lesone.

 

Elettroporazione

E’ una tecnologia non invasiva e non dolorosa che può essere definita come una “siringa virtuale”. Un particolare impulso elettromagnetico fa sì che un principio attivo venga assorbito senza aghi per via transdermica, garantendo una più alta concentrazione ed efficacia solo sulle zone interessate.

elettroporazione

Come funziona?

  • Detersione della superficie cutanea
  • Spike a 120 V di ddp della durata di 5 msec a 500 Hz di frequenza e 10 W di potenza
  • Apertura dei canali acquosi a livello cutaneo e dermico
  • Veicolazione del farmaco fino al derma profondo
  • Comparsa di un’onda sinusoidale complessa caratterizzata da una ddp di 40 V con le stesse caratteristiche di frequenza e di potenza
  • Apertura dei canali acquosi a livello della membrana cellulare
  • Ingresso del farmaco all’interno della cellula.

 

 

 

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