Ansia e depressione sono sempre più frequenti nella popolazione generale e non vanno sottovalutate, per il rischio di cronicizzazione e peggioramento nel tempo.

Possono manifestarsi in maniera evidente (es. attacchi di panico), oppure più subdola, con dei correlati ansiosi o depressivi (es. sintomi dolorosi, tra cui la cefalea, insonnia o al contrario eccessiva sonnolenza, alterazioni del comportamento alimentare, ecc.). I casi lievi e moderati possono essere gestiti dal neurologo, che esclude cause “secondarie” (frequenti ad esempio i malfunzionamenti della tiroide) e decide come trattare il singolo caso.

Nella maggior parte dei casi è necessaria una psicoterapia, a cui può essere associata (soprattutto nei primi tempi) una terapia farmacologica specifica. I casi più gravi (es. con tentato suicidio, manifestazioni aggressive importanti, schizofrenia, ecc.) vanno necessariamente seguiti dallo psichiatra.

È opportuno richiedere una consulenza quando l’ansia:

  • È esagerata rispetto all’intensità della stimolazione
  • Si svincola da una situazione-stimolo
  • Accompagna la persona nella maggior parte delle situazioni che vive
  • Interferisce con la vita quotidiana
  • Provoca disagio
  • Si accompagna a sintomi di natura fisica (mancanza di aria, tensioni, mal di stomaco)
  • Si manifesta attraverso attacchi di panico

Quest’ultimo consiste in un periodo preciso di intensa paura o disagio accompagnato da una serie di sintomi. Ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice (in genere meno di 10 minuti) ed è accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente. Chi ne soffre descrive solitamente la paura come molto intensa, riferisce di avere pensato di essere in procinto di morire o di “impazzire” e sperimenta il desiderio di scappare dal luogo nel quale è insorto l’attacco.

È possibile trattare i problemi d’ansia e in particolare gli attacchi di panico con diverse tipologie di psicoterapia, uno delle quali è l’EMDR, l’elaborazione e desensibilizzazione attraverso i movimenti oculari.

Questa tipologia di trattamento, che si rivela generalmente più rapida, fa riferimento a diversi studi di efficacia e parte dalla considerazione che l’attacco di panico può rappresentare un evento traumatico di per sé. La sua efficacia deriva dalla capacità di stimolare il sistema innato di elaborazione del cervello al fine di desensibilizzare e rielaborare convinzioni, comportamenti, emozioni e sensazioni corporee legate alla paura e le esperienze traumatiche pregresse che possono costituire la base emotiva della sintomatologia.

Per quanto riguarda la depressione esistono alcuni criteri che possono aiutarci a capire quando è necessario richiedere l’intervento di uno specialista.

Essi sono:

  • L’esistenza o meno di una “motivazione” ovvero di un evento recente scatenante quale un lutto o una separazione
  • La durata della depressione (la tristezza dura mesi?)
  • La gravità e la compromissione della vita quotidiana della persona (si fatica ad alzarsi, a lavorare, a portare a termine i propri impegni quotidiani, non si trova piacere in nulla).

La depressione può colpire a ogni età anche nella fanciullezza, nella gioventù e nell’età adulta ed è un disturbo molto più diffuso di quanto di creda per il quale è importante agire tempestivamente.
La psicoterapia in generale si propone di modificare alcune convinzioni o pensieri disfunzionali, sostenere e aiutare in modo continuativo la persona e migliorare la stima di sé. Può essere particolarmente indicato un approccio psicoterapico nelle forme depressive cosiddette reattive ovvero scatenate cioè da eventi specifici e limitati nel tempo (lutti,separazioni, perdite). La psicoterapia non va considerata un’alternativa alla farmacoterapia; l’intervento multidisciplinare è quello che garantisce migliori risultati.